DOMANDA.

Sono un dipendente bancario di 37 anni (assunto nel 2006 a 23 anni) e sto valutando la possibilità di riscattare gli anni di laurea (vecchio ordinamento, quattro anni) alla luce delle agevolazioni economiche introdotte recentemente. Vorrei sapere se tale scelta possa essere utile o meno: mi interesserebbe sapere se gli anni così riscattati possano contribuire ad accumulare anzianità lavorativa (e quindi a uscire prima dal mercato del lavoro), oppure solo ad aumentare il montante contributivo. In quest’ultimo caso, avendo già una forma previdenziale complementare, non riterrei utile farlo.

RISPOSTA.

Il comma 6, dell’articolo 20, del Dl 4/2019 – convertito nella legge 26/2019 – ha previsto una forma particolare di riscatto laurea. Perché offre la possibilità di riscattare la laurea, per i periodi da valutare con il sistema contributivo, a condizioni agevolate. Da come è stata riformulata la norma, si può affermare che tale possibilità sia concessa per aumentare l’anzianità contributiva e anche per il calcolo della pensione, cioè per il diritto e la misura. Infatti, è stata cancellata la frase (prevista in un primo momento nel disegno di legge): «anche ai soli fini dell’anzianità contributiva». Se il lettore esercita la facoltà di riscatto, gli anni del corso di laurea saranno validi anche ad accumulare l’anzianità contributiva e, quindi, anticipare la data di pensionamento.

ALDO CICCARELLA