Con la Legge di Bilancio per il 2021, L. n. 178 /2020, prende vita il cd Assegno Unico, l’incentivo per il quale sono stati stanziati 3 miliardi di euro per il 2021 e 5,5 miliardi di euro dal 2022. L’aiuto, in vigore  1 Luglio 2021, è parte della riforma del Family Act a sostegno delle famiglie con figli a carico.

L’Assegno Unico spetterà a tutte le famiglie, compresi i titolari di partita Iva, con un figlio fiscalmente a carico fino ai 21 anni. L’assegno potrà essere richiesto da:

  • lavoratori dipendenti pubblici e privati;
  • lavoratori autonomi;
  • liberi professionisti;
  • incapienti e disoccupati.

Le famiglie avranno diritto ad un assegno economico da calcolare in base all’età del figlio e al valore dell’ISEE del nucleo familiare. L’ammontare dell’assegno mensile non è ancora nota, ma si parla di somme che variano tra le 80 e le 250 euro mensili. L’importo è maggiorato per i figli successivi al secondo.
Altra novità è prevista in merito alle modalità di pagamento, vi è, infatti, la possibilità di erogazione direttamente al figlio maggiorenne, su sua richiesta, per favorirne l’autonomia. Condizione necessaria da rispettare è l’iscrizione ad un corso professionale o di laurea.

Per richiedere l’assegno saranno necessari i seguenti requisiti:

  • essere in possesso della cittadinanza italiana, ovvero essere un cittadino di Paesi facenti parte dell’UE, o suo familiare, in quanto titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • essere un cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
  • essere stato o essere residente in Italia da almeno 2 anni (anche non continuativi);
  • essere soggetto al pagamento dell’Imposta sul reddito in Italia;

I parametri utilizzati per determinare l’importo spettante, invece, saranno i seguenti:

  • un assegno universale di importo minimo, riconosciuto a tutte le famiglie con figli fino a 18 anni (elevabile fino a 21 anni);
  • variazione in aumento determinata in base agli scaglioni dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE);
  • in caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento;
  • maggiorazione rispetto all’importo ordinario con un intervallo dal 30 al 50 per cento in caso di figli con disabilità. In tal caso, l’assegno verrebbe riconosciuto anche dopo i 21 anni, se il figlio permane nel nucleo familiare;
  • l’importo dell’assegno tiene conto dell’età dei figli a carico;
  • è riconosciuta una integrazione compensativa dell’importo dell’assegno diretta ad assicurare che lo stesso non risulti, in ogni caso, inferiore al trattamento complessivo in godimento al nucleo familiare.

L’assegno verrà ripartito tra entrambi i genitori nella misura del 50% ciascuno. In assenza dei genitori, invece, verrà versato a chi esercita la responsabilità genitoriale. In caso di separazione, annullamento, cessazione o scioglimento del matrimonio, sarà riconosciuto al genitore affidatario o ad ambedue in caso di affidamento congiunto.

L’assegno verrà erogato sotto forma di credito d’imposta oppure potrà essere percepito dalle famiglie in maniera diretta, ossia sotto forma di erogazione mensile in denaro. Tale misura andrà a sostituire ANF e detrazioni IRPEF.

Per tutti i dettagli operativi sul funzionamento di questa nuova misura, si resta in attesa dell’emanazione dei Decreti attuativi.